Le nuove tecnologie sono una presenza diffusa e costante nella vita di tutti noi, della nostra quotidianità.
Al lavoro, scuola, tra le vie delle città e nelle nostre case veniamo a contatto con una molteplicità di “schermi” sofisticati ed interattivi, infatti i nostri bambini conoscono fin da piccoli il cellulare e la televisione, anche perché noi stessi li teniamo continuamente in mano e il grande schermo copre ogni angolo delle nostre case.
“È un libro” di Lane Smith, pubblicato dalla casa editrice Rizzoli, è un albo illustrato che può essere prezioso per far capire che la tecnologia fa parte della nostra vita, ma leggere arricchisce la vita. Questo libro è un elogio della lettura, amare i libri per insegnare ad amarli ma nello stesso tempo dobbiamo andare incontro ai cambiamenti ( in questo caso tecnologici), che si evolvono sempre di più giorno dopo giorno.
Il famoso illustratore ha lavorato a Disneyland, nel corso della sua ventennale carriera i suoi albi illustrati hanno vinto tutti i più prestigiosi premi di categoria e per ben quattro volte, quello conferito dal New York Times.
Le immagini sono simpatiche e semplici, scelta discutibile dell’asino che ricopre il ruolo dell’animale testardo e poco intelligente (invece incarna caratteriste opposte) ma tecnologico, tuttavia il significato del libro risulta abbastanza esplicito e arriva dritto ai lettori.
La casa editrice consiglia il libro dai tre anni, ma alcuni passaggi devono essere spiegati, per esempio:
“Dove schiacci per fare lo scroll? Non faccio lo scroll. Giro le pagine. È un libro”.
Sicuramente alcuni termini devono essere chiariti al piccolo lettore, come il concetto dello “scroll”.
“Ci mandi i messaggi? No. Ci vai su Twitter? No. Ce l’ha il Wi-fi? No”.
“Serve lo username? No. È un libro”.
“È un libro” di Lane Smith è un libero confronto tra tecnologia e libri, è un insieme di paragoni e pregi tra lo sfogliare le pagine di un libro e i molteplici servizi generati dai computer.
I protagonisti sono l’asino tecnologico, una scimmia lettrice e un piccolo topolino.
L’asino scopre che il libro non scrive sui blog, non ha il mouse, non può mandare messaggi, non può collegarsi ad internet e non può combattere i personaggi.
La scimmia porge il libro all’asino, leggono qualche frase del libro di R. L. Stevenson, “L’isola del tesoro”; la reazione dell’asino è abbastanza evidente, legge il libro senza distogliere lo sguardo dalle pagine e il tempo scorre. Poco dopo, la scimmia deve andare in biblioteca e chiede la restituzione del libro. La conclusione dell’albo è una battuta di spirito, che fa sorridere: “Non preoccuparti, lo metto in carica appena l’ho finito! Non serve… E’ un libro, asino”.
Si comincia da amare fin da piccoli la bellezza dei libri, per continuare da grandi, anche se siamo circondati dai nuovi mezzi tecnologici di comunicazione.
I genitori del ventunesimo secolo sembrano che stiano smarrendo la capacità di stare in contatto con i figli, per il tempo elevato dedicato alle interazioni tecnologiche, sopraffatti anche dai social network.
I nostri bambini, sono bambini moderni e dobbiamo far comprendere le opportunità offerte dalla tecnologia digitale, ma continuando ad essere un punto di riferimento per loro.
Noi genitori dobbiamo cercare di riconoscere e capire le loro emozioni, per sostenerli nel processo della loro crescita, senza essere sostituiti da questi schermi tecnologici.
Recensione a cura di:
Roberta Filippone
Responsabile Nazionale del Progetto : “Leggimi ancora!”
Ass. Custodi del Femminino