Quando parliamo di istruzione ed educazione dobbiamo tenere in considerazione che non si tratta superficialmente di preparare l’interrogazione, prendere dei bei voti, essere tra i primi di una classe, portarsi a casa un titolo di studio.
Questi obiettivi sono un misero pezzo di buccia, appartenente ad un frutto più succoso ed ispiratore.
E’ doverosa un’inversione di prospettiva nell’attuale sistema di istruzione ed educativo, affinché esso consenta nuovamente di permettere l’elevazione personale dell’individuo con i suoi specifici talenti e doni.
Altra pausa necessaria: parlare di talenti e doni ha come ultima declinazione il lavoro (ciò che si fa/farà). La sua prima e fondante base è trovare la propria strada, in altre parole l’Essere.
Torniamo, quindi, all’approccio didattico-educativo e al suo ruolo fondante in tutto questo percorso.
Giordano Bruno
Di recente, ho iniziato a studiare Giordano Bruno (anche se parlare di lui, significa tirare in ballo la legge dell’Ottava, Pitagora, ecc.).
Parafrasandolo, Lui spiega con una fluidità di grande impatto che, mentre noi osserviamo una forma (per esempio, un fiore), la luce (teoria delle vista) trasporta questa forma nella cella dell’immaginazione, la quale ha il compito di elaborarla secondo la più libera fantasia.
Questo passaggio è bene che sia votato ad un processo di estremizzazione, sia in termini di Bello che di Mostruosità, questo perché, nell’operazione successiva, la Ragione procede ad esaminare ogni elaborazione immaginale, per poi scegliere tra esse solo quelle che più la colpiscono.
Le immagini più <<estreme>> hanno chiaramente maggiore possibilità di essere avviate alla Memoria che le organizza in Luoghi molto fantasiosi (per intenderci, pensiamo ai modi e alle immagini che usiamo per memorizzare fatti, informazioni, indicazioni – i famosi nodi al fazzoletti sono uno tra i meno fantasiosi, ma tra i più noti esempi di questo meccanismo).
Questi Luoghi – come abbiamo detto – sono, sì, fantasiosi, ma anche ben precisi (sono i cosiddetti “cassettini della memoria”), tramite i quali è possibile estrarre l’informazione archiviata, con grande facilità e senza possibilità di errore.
Cicerone, nel suo Ad Herenium, forniva analoghe spiegazioni per padroneggiare ed esercitare la Memoria:
“Coloro che vogliono esercitare la memoria, devono stabilire dei luoghi immaginari, raffigurarsi mentalmente le immagini delle cose da ricordare e collocarle in questi luoghi, in modo tale che l’ordine dei luoghi conservi l’ordine delle cose, e le immagini delle cose denotino le cose stesse: i luoghi fanno così le veci delle tavolette di cera e le immagini delle lettere che vi scriviamo sopra”
Questi strumenti sono ben noti a tutti noi, nella pratica e, in particolare, devono porsi da bussola per chiunque svolga il ruolo di Guida nel percorso didattico-educativo di uno/a o più giovani Allievi di Vita.
Memorizzazione mnemonica
Una didattica di tipo standardizzato, passiva e non vibrazionale con uniformi tempistiche dilatate nel corso degli anni, non agevola questo processo di memorizzazione che, attenzione, è Mnemonico e non nozionistico.
Quando scrivo Mnemonico, mi salta immediatamente alla mente il mito di Mnemosine: la sua unione con Zeus (carica di elementi numerici e simbolici ben precisi) dà vita alle Muse, ossia ai Talenti!
Ecco cosa significa “processo mnemonico”, è qualcosa di ben diverso da avere una formidabile memoria per ricordare velocemente la filastrocca per la verifica del giorno dopo o diventare campione o campionessa in un quiz televisivo (anche queste cose si possono fare, ma dobbiamo essere consapevoli che qua si parla di qualcosa di più Alto).
Il percorso di studio e ricerca ha bisogno di elementi attivi e contemplativi, di una didattica che permetta, a livello individuale, di seminare lungo il cammino.
Facciamo un esempio molto concreto?
Le tabelline.
Delego ad un articolo specifico (in corso di stesura), tutta una serie di considerazioni sulla Natura Primigenia dei Numeri, dell’Aritmetica, etc… mi limito, in questo caso, a rilevare insieme alcune delle difficoltà legate allo studio delle tabelline.
Ora, ricordiamo prima di tutto che ognuno ha proprie attitudini e metodiche interne per accogliere il Sapere, quindi, a fronte di persone che, con la propria ruota mnemonica, interiorizzano la sequenza delle tabelline con passaggi per lo più interiori e introspettivi (tutto “al di dentro”), ve ne sono altre che abbisognano di un materiale fisico per ancorare.
Da qui, l’utilità, ad esempio, di uno strumento come il seguente.
Ruota o Mandala delle tabelline (trovate la spiegazione delle modalità di utilizzo in numerosi video tutorial online).
Ora. Notate analogie?
Questa è una Ruota Mnemonica di Giordano Bruno.
Chiaramente la base numerica è differente, così come i segni grafici inseriti.
Non differisce, però, nel meccanismo sostanziale che supporta la Memorizzazione.
Muovendo ed intrecciando i fili si crea il Mandala che dà vita e prende forma (ricordiamo il processo descritto che dalla forma, passa all’immaginazione, alla ragione) e quindi si giunge alla Memoria.
Inizio ad accennare qua che, inoltre, queste forme, i Mandala, altro non sono che rappresentazioni del Numero intenso come linguaggio delle legge che regola l’universo e che, nonostante la parola Mandala possa evocare qualcosa di orientaleggiante (e, certe volte, new age), si tratta di simboli potenzianti presenti in ogni luogo e tempo, anche nella nostra tradizione occidentale
Un esempio è il fiore della vita.
Osservate, ne siamo circondati grazie alle architetture intorno a noi, nei pavimenti di molti luoghi sacri, ecc…
Ho trovato anche questo questo interessante strumento nel sito La scuola In soffitta; la cosa che mi ha colpito è la struttura geometrica legata all’ottava e alle otto direzioni.
Merita assolutamente un approfondimento, oltre che i complimenti a Daniela, la realizzatrice.
Non c’è dubbio che uno strumento simile si presti a supportare il Sapere (inclusa l’Ars Mnemonica).
Finora gli esempi hanno riguardato la matematica. Ovviamente vale per tutto.
Io, per esempio. ho trovato ispirazione per supportare in modo più adeguato, il percorso di analisi grammaticale di “mio” figlio.
E’ un Sapere esteso per un’ Educazione Liberata!
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