L’importanza della relazione prenatale nella progressione del travaglio
Il tempo. Quando si pensa al travaglio di parto si pensa al tempo, alle ore che ci vorranno o che ci sono volute. Ma ciò che accade in quei momenti è molto più importante e complesso.
Una donna, una madre, apre il suo corpo per lasciar andare il suo cucciolo, una parte di sé.
Apertura, separazione, accoglienza.
In travaglio, durante l’apertura in fase dilatante, le stesse contrazioni uterine rappresentano la forza della separazione, intervallate da pause che “trattengono” il bambino dentro… fino all’abbandono, alla fiducia, al lasciarsi andare, all’accoglienza del nuovo, una nuova dimensione rappresentata dalla diade madre/bambino fuori.
Ma cosa è davvero importante affinchè questi atteggiamenti siano in equilibrio e possano facilitare il progredire della fase dilatante?
La comunicazione tra i due protagonisti del processo, il legame che si crea in fase prenatale: il cosìddetto “Bonding prenatale”.
Inizialmente la comunicazione avviene soprattutto a livello biochimico. Le diverse emozioni scatenano nel sangue materno la liberazione di ormoni che, attraverso la placenta, raggiungono il bambino, provocando una vera e propria sintonizzazione degli stati d’animo materni.
Essere consapevole del fatto che il proprio stato e le proprie emozioni hanno un effetto importante e immediato sul piccolo, può aiutare a stabilire un legame ancora più profondo e intimo con lui/lei.
Come favorire il bonding prenatale?
Attivando un ascolto attivo nella relazione madre/bambino. Un atteggiamento di percezione di ciò che l’altro sente, un ascolto che si produce sintonizzandosi psichicamente ed emotivamente sui sentimenti e sulle emozioni dell’altro, eseguendo poi una verifica interpretativa dell’emozione raccolta e infine inviando un adeguato feedback, in cui l’emozione e il sentimento “ascoltato” viene rimandato al trasmittente.
Questa comunicazione può iniziare dal bambino o dalla madre.
Uno strumento pratico per favorire la relazione è la stimolazione prenatale, un insieme di tecniche e esercizi che possono promuovere lo sviluppo cerebrale del feto, ma che hanno un importante ruolo positivo anche per lo sviluppo fisico, emotivo e sociale del bambino facilitando il legame con i genitori.
Con la stimolazione prenatale si ha infatti la capacità di creare un ambiente fisico ed emotivo che promuove la salute e il benessere del feto, punto essenziale per il suo sviluppo fisico e mentale. Ma questo vantaggio si ottiene soprattutto se applicato dalla madre fin dall’inizio della gravidanza.
In un percorso di accompagnamento alla nascita è fondamentale lavorare sulla relazione madre/bambino perché garantisce lo strumento più efficace per facilitare la progressione del travaglio: l’attaccamento sicuro necessario per lasciar andare… verso l’apertura, la separazione, l’accoglienza.
Atteggiamenti materni che si ripeteranno più volte nel corso della vita madre/figlio.
Con lo svezzamento, l’inizio dei primi passi, l’inserimento nel sociale, l’andare a vivere da solo o un matrimonio… ogni volta che ci sarà un momento di passaggio verso la sua autonomia, indipendentemente dall’età, perché madri non lo si fa, lo si è per sempre.
Articolo a cura di Laura Capossele, ostetrica.
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