Ho assistito ad un laboratorio “Filosofia coi Bambini” della bravissima dott.ssa Marianna Carrara del team di questo approccio educativo originale. I bambini ascoltavano e osservavano senza staccarle gli occhi di dosso, rispondevano alle sue domande con soddisfazione, ma soprattutto hanno utilizzato la loro immaginazione, lasciandosi guidare dal dialogo che si era venuto a creare.
Con una semplice domanda, “cos’è un cucchiaio?” i bambini hanno iniziato a rispondere seguendo le loro idee, quindi il cucchiaio può essere grigio, di metallo, forma arrotondata e hanno inventato a cosa serve, si può chiamare Leopoldo ma viene riconosciuto solo dalla famiglia della dott.ssa Marianna (compreso il cane!), e se capita di andare al ristorante il cameriere non può conoscere cos’è un Leopoldo. Insomma, i bambini sono rimasti affascinati dagli interrogativi posti dal filosofo coi bambini, con la voglia di rispondere con una soluzione giusta ma seguendo le loro linee di immaginazione. Si era creato uno spazio libero da pregiudizi, all’interno del quale vi erano solo le fantasie e i pensieri dei bambini.
“Manuale di Filosofia Coi Bambini”, di Carlo Maria Cirino, editore Safarà, spiega in dettaglio questo approccio alla didattica della filosofia nella scuola dell’infanzia e primaria.
Siamo d’accordo nel ritenere che a scuola non si sperimenta abbastanza, passano gli anni ma l’educazione è sempre la medesima: la maggior parte dei difetti del comportamento o dell’apprendimento abbiano carattere funzionale e siano in parte dovuti alle cattive abitudini contratte dal bambino, a casa o a scuola.
Se si deve intervenire per effettuare un cambiamento nel sistema, si deve partire dall’ambiente, con l’aiuto degli insegnanti e genitori, tutto questo porterà un investimento fondamentale per il futuro di tutti, per il futuro dei nostri figli. La maggior parte delle scuole ha scelto di uguagliarsi all’idea di scuola come universale, impostata su programmi, indicazioni, prove e schede, costruite su bambini statistici e contemporaneamente l’immaginazione svanisce a una velocità allarmante.
Filosofia coi bambini
Il filosofo coi bambini è una persona che attraverso una serie di allenamenti, laboratori ed esperienze specifiche tenta d’impedire che i bambini arrivino a consumare i concetti che per il momento si limitano a usare, preservandone quantità, varietà e plasticità. Si tenta di accompagnare i piccoli a realizzare la loro capacità di relazionarsi creativamente e liberamente, con parole, oggetti ed eventi in movimento, prima che la società dei consumi imprigioni ogni loro possibilità immaginativa.
I bambini sono le persone più intuitive, suggestionabili, immaginative e divertenti del mondo, per questo a scuola bisogna fantasticare. Il nostro compito è di aiutarli all’immaginazione attraverso le parole, gli oggetti e gli eventi che potrebbero capitare.
La Filosofia coi Bambini avvicina il pensiero dei bambini direttamente nella situazione, nel loro ambiente quotidiano, nella classe, in orario scolastico, per studiarlo e allenarlo, in linea con le finalità di una metafisica descrittiva, non correttiva, né tantomeno prescrittiva. Infatti, un laboratorio di Filosofia coi bambini non tratterà mai temi grandiosi e vaghi, come l’amore, l’amicizia o la giustizia; non si cercheranno soluzioni e conclusioni, e non verranno fornite spiegazioni da chi guida l’esperienza. Invece, si apriranno molteplici possibilità, facendo attenzione alla logica del ragionamento e alla conduzione del discorso, con scelte esplorative e modificabili da parte dei bambini. Anche per questo l’errore è ben accetto, mettendo tutto in discussione.
“Ai bambini non occorre la formula chimica dell’acqua, né sapere che nuotare fa bene alla salute, a loro serve solo un aiuto a tuffarsi”, questa frase rende l’idea di cosa significa praticare filosofia coi bambini, vale a dire allenare il pensiero ad indagare la realtà; è un insieme di pratiche fisiche, mentali e spirituali, un andare all’origine, dove i concetti si costruiscono.
Nel libro viene spiegato il valore del gioco simbolico, prepara il bambino ai giochi della società degli adulti, rendendolo capace di adattarsi al mondo. Più gioca, più sarà motivato e abile a cavarsela nella società che lo attende, una società che si aspetta la sua partecipazione ai giochi messi a punto da altri o che ne inventi di propri.
Filosofia coi bambini si prende cura delle parole (termini semplici come un cucchiaio, tavolo o frutta), del loro sviluppo, sugli oggetti e sugli eventi che i bambini conoscono, esercitando la loro immaginazione senza orientare il loro pensiero. Questo approccio è un insieme di pratiche originali che permettono di condurre degli incontri coi bambini, dai 3 ai 10 anni, che fanno pratica di pensiero, dialogo e immaginazione, con obiettivo la costruzione di uno spazio di dialogo all’interno della classe, della scuola e della famiglia. Anche l’ambientazione è importante, non ci sono regole specifiche su come disporre banchi e sedie, e neppure come gestire lo spazio dell’attività. A volta sarà preferibile tenere i bambini sui banchi, altre volte sarà meglio farli sedere in cerchio o in modi ancora diversi.
Per i bambini, il gioco è un’attività seria e totalizzante, che prepara la strada alle future conoscenze ed esperienze. Il giocattolo corrisponde al bisogno d’immaginazione, senza che debba concretizzarsi in qualcosa di particolare: ecco come un insignificante tappo di bottiglia si trasforma, durante un pranzo noioso, in un pallone da calcio o in una macchinina volante, mentre un pezzo di plastica scheggiato diventa una sciabola con la quale colpire nemici immaginari e la buccia di un mandarino abbandonato sul tavolo della mensa, un alberello da annaffiare con delicatezza.
La scuola dovrebbe diventare il luogo nel quale il lavoro di un team di insegnanti, genitori e specialisti, è all’ordine del giorno e non di un’eventualità rara. Deve essere un luogo che riesce ad ottimizzare una didattica che soddisfi la creatività di ogni singolo bambino e quest’ultimo deve essere messo al centro di ogni scelta educativa consapevole e non in base ad un programma universale.
Noi genitori dobbiamo scegliere con cura la scuola dei nostri figli, perché spesso ci si trova una “scuola che fa male” come recita il titolo del libro di Maurizio Parodi. Una scuola che spegne l’entusiasmo e la creatività dei bambini, una scuola che obbliga e giudica, invece di proporre nuove idee ed iniziative. Tutto questo può essere realizzato creando laboratori di Filosofia coi bambini.
Attualmente il libro è in fase di seconda ristampa, per tenersi aggiornati basta seguire la loro pagina Facebook o tramite il sito della casa editrice Safarà.
Recensione a cura di:
Roberta Filippone
Responsabile Nazionale del Progetto : “Leggimi ancora!”