La festa pagana chiamata Yule si svolge il giorno del solstizio d’inverno, intorno al 21 dicembre.
In questo giorno, una cosa straordinaria accade nel cielo sopra di noi. L’asse terrestre si inclina lontano dal sole nell’emisfero settentrionale e il sole raggiunge la sua massima distanza dal piano equatoriale.
Usanze tradizionali come il ceppo di Yule e l’albero decorato possono essere tutti fatti risalire al popolo norvegese, che ha chiamato questa festività Jul.
I Romani celebravano Saturnalia a partire dal 17 dicembre, una festa di una settimana in onore del dio Saturno, che implicava sacrifici, regali e banchetti.
Nell’antico Egitto, fu celebrato il ritorno di Ra, il dio del sole, come un modo per ringraziarlo per il riscaldamento della terra e delle colture.
Molte culture in tutto il mondo hanno feste invernali che sono in realtà celebrazioni di luce. Oltre a Natale, c’è Hanukkah con le sue menorah illuminate, le candele Kwanzaa e qualsiasi altra festività.
Come festival del sole, la parte più importante di ogni celebrazione di Yule è la luce: candele, falò e altro.
Diamo un’occhiata ad alcune delle storie che stanno dietro questa celebrazione e alle molte usanze e tradizioni che sono emerse al tempo del solstizio d’inverno, in tutto il mondo.
Origini europee di Yule
Nell’emisfero nord, il solstizio d’inverno è stato celebrato per millenni. I popoli norvegesi, che lo chiamavono Jul, lo consideravano un periodo di festa e di allegria.
Le usanze tradizionali come il tronco di Yule, l’albero decorato possono essere tutte ricondotte alle origini norrene.
Anche i Celti delle Isole britanniche celebravano il solstizio d’inverno.
Secondo gli scritti di Plinio il Vecchio, questo è il periodo dell’anno in cui i sacerdoti druidi sacrificavano un toro bianco e raccoglievano il vischio durante la festa.
Gli editori di Huffington Post ci ricordano che:
“Fino al XVI secolo, durante i mesi invernali, la maggior parte del bestiame veniva macellata per non dover essere nutrita durante l’inverno, rendendo il solstizio un momento in cui la carne fresca era abbondante. Il solstizio d’inverno in Europa era un momento di allegria e festa. Nel pre-cristianesimo in Scandinavia, la festa di Juul, o Yule, durava 12 giorni, nei quali si celebrava la rinascita del sole e da qui ha avuto origine l’usanza di bruciare un ceppo di Natale.”
Saturnalia romana
Poche culture sapevano fare festa come i romani. Saturnalia, che cadeva il 17 dicembre, era un festival di festa generale e di dissolutezza intorno al solstizio d’inverno. Questa festa di una settimana era svolta in onore del dio Saturno e comportava sacrifici, regali, privilegi speciali per gli schiavi e molte feste.
Anche se questa festa era in parte dedicata a dare regali, ancora più importante, era onorare un dio agricolo.
Un tipico regalo di Saturnalia poteva essere qualcosa come una tavoletta o uno strumento, tazze e cucchiai, articoli di abbigliamento o cibo. I cittadini abbellivano le loro sale con rami di vegetazione e appendevano piccoli ornamenti di stagno su cespugli e alberi. Bande di festaioli nudi spesso vagavano per le strade, cantando e facendo baldoria – una sorta di precursore malizioso per la tradizione odierna dei cori di Natale.
Accogliere il sole attraverso i secoli
Quattromila anni fa, gli antichi egizi prendevano il tempo per celebrare la rinascita quotidiana di Ra, il dio del sole. Mentre la loro cultura fioriva e si diffondeva in tutta la Mesopotamia, altre civiltà decisero di fare propria la tradizione di accogliere il ritorno del sole. Ogni anno si svolgeva questo ciclo di nascita, morte e rinascita, e i popoli iniziavano a rendersi conto che ogni anno, dopo un periodo di freddo e oscurità, il Sole tornava davvero.
Le feste invernali erano comuni anche in Grecia e a Roma, così come nelle isole britanniche.
Quando spuntò una nuova religione chiamata cristianesimo, la nuova gerarchia ebbe difficoltà a convertire i pagani perché il popolo non voleva rinunciare alle vecchie usanze.
Le chiese cristiane furono costruite su antichi siti di culto pagani e i simboli pagani furono incorporati nel simbolismo del cristianesimo. Nel giro di pochi secoli, i cristiani iniziarono a festeggiare il 25 dicembre, anche se gli studiosi ritengono che sia più probabile che Gesù sia nato verso aprile piuttosto che in inverno.
In alcune tradizioni della Wicca e del Paganesimo, la celebrazione di Yule viene dalla leggenda celtica della battaglia tra il giovane Re Quercia e il Re Agrifoglio. Il Re Quercia, che rappresenta la luce del nuovo anno, cerca ogni anno di usurpare il vecchio Re Agrifoglio, che è il simbolo dell’oscurità. La rievocazione della battaglia è popolare in alcuni rituali Wiccan.
La festa di Yule è un momento di passaggio importante, lasciamo il vecchio per aprirci con amore e speranza al nuovo, consapevoli che il Sole tornerà sempre a scaldare i nostri cuori.
Buona festa della Luce a Tutte Voi
Invocazione per Yule :
Freddo e buio,
la terra giace dormiente,
Io mi ritiro in Essa e attendo il ritorno del re Sole,
e con esso, della vita.
Nelle profondità della Terra ghiacciata,
il cuore della Dea Madre attende
il momento giusto per tornare a battere.
Traduzione e adattamento a cura di M.Chiara Spadoni
Operatrice olistica, Moon Mother, Educatrice Mestruale, Ricercatrice sul Sentiero della Dea.